Questo articolo esplora lo stimming (comportamento auto-stimolatorio) nei bambini neurodivergenti, con particolare attenzione ai movimenti ripetitivi delle mani. Superando la visione del fenomeno come problema da correggere, l'articolo lo presenta come un importante meccanismo di autoregolazione emotiva e sensoriale. Vengono analizzate le diverse forme di stimming, la sua funzione nel sistema nervoso neurodivergente e le conseguenze negative della sua repressione. L'autore offre strategie pratiche per osservare, comprendere e accogliere questo comportamento nella vita quotidiana, creando un ambiente più inclusivo e rispettoso delle diversità neurologiche. Con un approccio empatico e informativo, l'articolo invita genitori, educatori e società a riconoscere lo stimming come forma di comunicazione corporea legittima e significativa, meritevole di comprensione piuttosto che di correzione.
Sommario
Lo vedi fare spesso. Agita le mani. Le guarda muoversi davanti agli occhi. Le muove in modo ripetitivo, con schemi che sembrano avere un ritmo tutto loro. E forse ti sei chiesto: "È solo un tic?" "Dovrei chiedergli di smettere?" "Crescendo passerà?"
Ma ascolta bene: potrebbe essere stimming. E comprendere questo fenomeno potrebbe trasformare radicalmente il modo in cui vedi e accompagni tuo figlio nel suo sviluppo.
Lo stimming (abbreviazione di self-stimulatory behavior, comportamento auto-stimolatorio) non è un problema da correggere. Non è un'abitudine da estirpare. È un linguaggio corporeo profondamente significativo, soprattutto per le persone neurodivergenti.
Questi movimenti ripetitivi – che possono coinvolgere le mani, ma anche altre parti del corpo – rappresentano un sofisticato meccanismo di autoregolazione. È come se il corpo avesse trovato un modo tutto suo per mantenere l'equilibrio in un mondo che spesso risulta troppo intenso, troppo rumoroso, troppo imprevedibile.
Quando vedi tuo figlio muovere le mani in modo ripetitivo, potrebbe star cercando di regolare un'emozione intensa. Potrebbe essere eccitazione, stress, ansia, o persino gioia profonda. È il suo modo di dire al corpo: "Tranquillo, ho bisogno di un centro, di un ritmo, di qualcosa di prevedibile in questo momento".
È, in essenza, il suo modo di respirare profondamente.
Lo stimming si manifesta in una varietà sorprendente di forme, ciascuna unica come la persona che la esprime:
Il flapping delle mani, quel movimento ondulatorio che sembra quasi un battito d'ali, è forse il più riconoscibile. Ma lo stimming può manifestarsi anche attraverso il dondolio del corpo, la ripetizione di suoni o parole, il toccare ripetutamente determinate texture, o persino attraverso comportamenti meno visibili come ruminare mentalmente su pensieri o immagini.
Nel caso dei bambini neurodivergenti, in particolare quelli con autismo, questi comportamenti tendono ad essere più frequenti e più intensi. Non perché ci sia qualcosa di "sbagliato", ma perché il loro sistema nervoso elabora le informazioni in modo differente, richiedendo strategie di regolazione più evidenti.
"Smettila con quelle mani." "Stai fermo." "Siediti composto."
Quante volte queste frasi vengono pronunciate con l'intento di aiutare il bambino a "comportarsi normalmente"? Eppure, chiedere a una persona di sopprimere lo stimming è come chiedere a qualcuno di trattenere il respiro: possibile per un breve periodo, ma stressante e potenzialmente dannoso nel lungo termine.
Impedire lo stimming significa:
Negare uno strumento essenziale di autoregolazione emotiva, lasciando la persona senza un'efficace valvola di sfogo per lo stress o l'ansia.
Comunicare implicitamente che c'è qualcosa di "sbagliato" nel suo modo naturale di essere, minando la sua autostima e il senso di accettazione.
Aumentare paradossalmente il livello di stress, che potrebbe sfociare in comportamenti più problematici o in un malessere emotivo più profondo.
Richiedere uno sforzo cognitivo costante per "apparire normale", energia che potrebbe essere meglio impiegata nell'apprendimento e nelle relazioni sociali.
Invece di cercare di eliminare lo stimming, possiamo trasformarlo in un'opportunità di connessione e comprensione più profonda.
Inizia ad osservare attentamente quando e in quali contesti si manifesta. Succede in ambienti molto stimolanti? Durante momenti di noia? Quando tuo figlio è particolarmente felice o entusiasta? Queste osservazioni possono fornirti indizi preziosi su come il tuo bambino sta vivendo il mondo e quali situazioni trova particolarmente impegnative o emozionanti.
Tieni un diario informale degli episodi di stimming, annotando non solo quando accadono ma anche cosa succede prima e dopo. Questo può rivelare pattern significativi che ti aiuteranno a prevedere e supportare le esigenze di tuo figlio.
Ricorda che lo stimming può variare nel tempo, evolvendo in forme diverse man mano che il bambino cresce e trova nuove strategie di autoregolazione. Questo non significa che sia "guarito" o che il comportamento precedente fosse "peggiore" – è semplicemente parte del suo sviluppo naturale.
Accogliere e normalizzare lo stimming non significa solo tollerarlo passivamente, ma crearne uno spazio sicuro nella vita familiare e sociale:
Designa aree della casa dove tuo figlio può esprimere liberamente i suoi comportamenti di stimming senza preoccuparsi del giudizio altrui. Questo potrebbe essere particolarmente importante dopo giornate intense come quelle scolastiche, quando il bisogno di "scaricare" attraverso lo stimming potrebbe essere maggiore.
Spiega ai familiari, agli insegnanti e ai coetanei cosa sia lo stimming e perché sia importante non giudicarlo o cercare di sopprimerlo. Spesso è la mancanza di comprensione, non la mancanza di accettazione, a creare stigma.
In alcune situazioni sociali, certi tipi di stimming potrebbero risultare davvero dirompenti. In questi casi, invece di vietare completamente il comportamento, offri alternative più discrete ma ugualmente efficaci: un oggetto antistress in tasca, un braccialetto da manipolare, o tecniche di respirazione che possano fornire un effetto calmante simile.
Parla apertamente della neurodiversità a casa, spiegando che cervelli diversi funzionano in modi diversi e che questo è parte della ricchezza dell'esperienza umana. Questo aiuta non solo il bambino neurodivergente ma anche fratelli, sorelle e amici a sviluppare una visione più inclusiva del mondo.
È importante notare che, sebbene la maggior parte delle forme di stimming siano comportamenti sani e funzionali, esistono rare occasioni in cui potrebbero richiedere un'attenzione particolare:
Se il comportamento causa danni fisici (come battere la testa o mordere le mani fino a ferirsi), è opportuno consultare uno specialista per sviluppare strategie alternative altrettanto efficaci ma meno dannose.
Se lo stimming diventa così frequente o intenso da interferire significativamente con le attività quotidiane, potrebbe essere indicativo di un livello di stress o ansia che meriterebbe un supporto professionale.
In questi casi, l'obiettivo non è eliminare lo stimming in sé, ma comprendere cosa stia comunicando e trovare modi più sicuri per soddisfare lo stesso bisogno di regolazione.
Immagina di cambiare completamente prospettiva. Invece di vedere quei movimenti ripetitivi come qualcosa di strano o imbarazzante, prova a vederli come un linguaggio, come un'espressione autentica del modo in cui tuo figlio vive ed elabora il mondo.
Forse, come genitori, educatori o semplicemente come società, non abbiamo bisogno di correggere questi comportamenti. Forse abbiamo solo bisogno di imparare un nuovo linguaggio – quello del corpo che si autoregola, che trova il suo equilibrio in un mondo che non sempre è progettato per le menti neurodivergenti.
La prossima volta che vedi quelle mani muoversi, ricorda: non è solo un tic. È un modo per dire "sto gestendo le mie emozioni". È un tentativo di trovare calma nel caos, prevedibilità nell'incertezza. È una forma di saggezza corporea che merita rispetto e comprensione.
Hai mai osservato comportamenti di stimming in tuo figlio o in persone che conosci? Quali sono state le tue reazioni iniziali? Come è cambiata la tua prospettiva con la maggiore consapevolezza?
Condividi questo articolo sui social – potrebbe aiutare qualcuno a vedere quei movimenti delle mani con occhi nuovi, e forse, a smettere di dire "smettila" per iniziare a chiedere "cosa ti sta dicendo il tuo corpo?"
PS:
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