Quel momento è quasi universale nell'esperienza genitoriale: sei in un luogo pubblico, quando all'improvviso tuo figlio inizia a urlare. Senti gli sguardi puntati su di te.
Il pensiero è immediato e travolgente: "Vorrei sparire. Mi sento giudicato."
Riconoscere e accettare che il proprio bambino possa avere uno sviluppo neurodivergente è un passo importante per ogni genitore.
Non è un percorso facile, ma è fondamentale per garantire il supporto necessario il prima possibile.
Hai un bambino che sembra capire tutto, risponde ai comandi, segue le istruzioni, ma parla poco o non parla affatto?
Quello che stai osservando potrebbe essere più di una semplice "fase": potrebbe essere un campanello d'allarme da non sottovalutare.
Ti sei mai chiesto se quel comportamento riservato che chiami "timidezza" possa nascondere qualcosa di più profondo?
Riconoscere i segnali nascosti dietro la timidezza
Lo vedi fare spesso. Agita le mani. Le guarda muoversi davanti agli occhi. Le muove in modo ripetitivo, con schemi che sembrano avere un ritmo tutto loro.
E forse ti sei chiesto: "È solo un tic?" "Dovrei chiedergli di smettere?" "Crescendo passerà?"
Quando un genitore sente la parola "diagnosi", spesso si irrigidisce. È normale. Fa paura. Sembra il punto di non ritorno, un'etichetta che marchia.
Ma cosa succederebbe se iniziassimo a vederla con occhi diversi?